ISABELLA INSOLVIBILE parla di “La storia”, di Elsa Morante
RIMANDATO A DATA DA DEFINIRE
"La storia", di Elsa Morante
La Storia (con la S maiuscola) è la vera protagonista dell’omonimo romanzo di Elsa Morante, capolavoro del 1974, in cui l’autrice è anche narratrice. La Storia ci offre un coloritissimo e variopinto scenario in cui si muovono una coralità di personaggi durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. I protagonisti veri e propri, i membri della famiglia Ramundo, non sono altro che parte delle infinite marionette che si muovono in un contesto di assoluta povertà e miseria. La non più giovane Ida, semplice insegnante elementare, laboriosa e probabilmente epilettica, rimasta vedova, deve prendersi cura di Nino, il figlio adolescente e attaccabrighe, e di Giuseppe, ribattezzato Useppe dal fratello, nato a seguito di una violenza sessuale subita dalla donna da parte di un soldato tedesco, il quale, in stato di ebrezza, ha immaginato un amplesso con la sua prostituta teutonica, ormai lontano ricordo nostalgico. Dopo un excursus sulle vicende della giovinezza del militare e di Ida, La Storia ci racconta la contemporaneità di una Roma inglobata dagli eventi sempre più catastrofici del conflitto, dal suo insorgere fino alla drammatica conclusione e gli strascichi che essa ha inevitabilmente lasciato dietro di sé.
Elsa Morante. Scrittrice italiana (1912 – 1985). Assai presto si rese indipendente con collaborazioni a giornali e riviste, allontanandosi da una complicata situazione familiare. Visse a lungo con A. Moravia, che aveva conosciuto nel 1936 e sposato nel 1941 (se ne separò definitivamente nel 1962). Un naturale talento di affabulazione, che si rivelò fin dalle giovanili collaborazioni al Corriere dei piccoli e dai racconti per ragazzi fu il tratto più peculiare della sua personalità, forse non solo letteraria. Esplicitamente dichiarata nei primi racconti, questa centralità della fantasticheria, che da strumento diviene ragion d’essere, valore da difendere e discrimine decisivo tra la sua narrativa e il mondo, ispirò le opere maggiori, Menzogna e sortilegio (1948) e L’isola di Arturo (1957), due romanzi di largo respiro, in cui il modello realistico di stampo ancora ottocentesco viene restituito a un’inesauribile produttività di invenzioni. La rivolta anarchica e populistica contro le trame della Storia di cui gli umili sono inconsapevoli vittime ispira l’ambizioso progetto del romanzo La Storia (1974), con cui la Morante spinge la ormai obsoleta poetica del neorealismo ai suoi forse prevedibili effetti melodrammatici, suscitando, oltre a vivaci polemiche, un enorme interesse di pubblico. Ma il più coerente svolgimento della sua ricerca è piuttosto rappresentato dal successivo romanzo Aracoeli (1982), testimonianza ultima di un autentico strazio personale torna al tema prediletto delle relazioni familiari, descrivendo in giustapposizione di tempi diversi un intricato e torbido rapporto madre-figlio.