MARCELLO FOIS parla di “Marianna Sirca”, di Grazia Deledda
04 febbraio 2024, ore 11:00
"MARIANNA SIRCA" di Grazia Deledda
Primo dei romanzi di una trilogia che comprende L’incendio nell’oliveto e La madre, narra l’amore tra Marianna Sirca, giovane di umili origini divenuta ricca dopo aver ereditato le fortune dello zio, e Simone Sole, bandito e ricercato. Marianna rifiuta di obbedire alle leggi della sua terra che le impediscono di sposare un uomo di rango inferiore e decide di combattere per affermare la sua libertà. Un rapporto d’amore burrascoso, avventato e avversato che sfocia nell’incomprensione e scivola nella tragedia, quello tra Marianna Sirca e il suo Simone, ambientato tra i monti e i boschi aspri e selvaggi di una Sardegna arcaica e profondamente imbevuta dei valori religiosi e della cultura della società contadina. Un finale malinconico. Sono presenti e vivi i temi tipici della scrittrice sarda, ovvero quelli relativi al destino, alla sopraffazione, al dolore, alla morte, alla solitudine, e all’aspirazione alla felicità . Con Marianna Sirca Grazia Deledda conferma le sue doti narrative raccontando una storia che brucia di passioni, che anela gioia, che spezza le catene del pregiudizio verso certa umanità, che tratta di un territorio ruvido, difficile e percorso da forti contrasti, di pennellate cromatiche intense, di sensazioni olfattivi molto forti che si confondono con gli struggimenti emotivi e gli immancabili colpi di coda del fato.
Grazia Deledda. Scrittrice italiana (1871 – 1936). Scrittrice intensa e feconda, la sua fama si diffuse anche all’estero; nel 196 le fu conferito il premio Nobel per la letteratura. La sua narrativa muove dal verismo a fondo regionale e folcloristico: cronache e leggende paesane, storie di passioni elementari e di esseri primitivi; ma a un mondo del peccato e del male, sentito come fatalità, e rappresentato con cupi accenti, si accompagnano o piuttosto si contrappongono un’ansia di liberazione e di riscatto, un estroso e romantico senso della vita, che trovano espressione soprattutto nella leggerezza idillica e trasognata del paesaggio.